lunedì 26 ottobre 2009

I Murales di Orgosolo

Sei nel grembo del supramonte, nel luogo che fu dei banditi e che oggi è dei murales. Il primo comparve nel 1969, opera del gruppo anarchico milanese Dionisi.


Era il periodo della contestazione sociale che coinvolgeva l'intera nazione. Proprio in quell'anno le mura ancora nude del paese vennero impiastricciate dai manifesti militari che invitavano i pastori ad andarsene dai pascoli liberi di Pratobello.


Quelle terre si sarebbero dovute trasformare in un campo di addestramento militare. Arrivarono i soldati e trovarono la popolazione di Orgosolo pronta alla resistenza : una lotta pacifica fatta di assemblee, occupazione dei campi, cortei con manifesti di protesta. Proprio questi saranno l'embrione dei primi murales.

Negli anni 70, quando la vicenda di Pratobello si era ormai risolta, con la ritirata dei soldati un professore di educazione artistica, venì ad insegnare nella scuola media di Orgosolo. Fu sua l'idea di dipingere i muri delle case insieme ai propri alunni. Era il 1975, e quei muri cominciavano a bisbigliare sul serio. Oggi nel paese ci sono più di 300 opere e quei muri ci assordano di colori.

Le prime immagini nacquero come espressioni di denuncia sociale e politica, locale,nazionale e internazionale. Quasi sempre i dipinti sono accompagnati da testi, slogan o citazioni. E nei muri troverai parole di Emilio Lussu ai tempi della rivolta del 69:

" Quanto avviene a Pratobello  contro pastorizia e agricoltura è provocazione colonialista perciò mi sento solidale incondizionatamente con i pastori e i contadini di Orgosolo che non hanno capitolato".

E vedrai Antonio Gramsci, che ti incita alla riflessione. Leggerai un'aforisma di Camus:

" Beati quei popoli che non hanno bisogno di eroi";

E moti contro tutte le guerre, perchè non esistono  guerre giuste. Ma non mancheranno scene di vita quotidiana, vedrai Toro Lento, imponente e pacifico capo di Sioux, caduto nell'inganno dell'uomo bianco che

"ha portato un pezzo di carta e ha detto di firmare. quando abbiamo imparato l'inglese ci siamo accorti che con quel documento avevamo perso la terra".

Vedrai Fabrizio De Andrè che suona la chitarra seduto su un tronco d'albero riarso dagli incendi. E vedrai i volti dei politici corrotti. Vedrai l'Italia delle stragi e un'altro omaggio alla vittoria di Pratobello:

"invece dei trattori per arare arrivano carri armati e cannoni truppe da macello da addestrare".

Vedrai un'uomo stritolato da un serpente che si chiama capitalismo, con affianco uno slogan. Le figure rappresentate sembrano spesso venire dal tocco del pennello di Picasso.
Orgosolo è una camminata cubista tra esseri squadrati che, su sfondi tetri, luciccano di dolori : donne dai glutei cadenti e vecchi con le mani ossute.


Vedrai pastori che cercano di salvare le proprie greggi, vedrai Einstein metterci in guardia sui pericoli del nucleare. Vedrai la guerra della ex Yugoslavia. Vedrai una donna incatenata che brucia tra le fiamme  per ricordarci l'8 Marzo 1908, data in cui :

" In una fabbrica di New York 129 donne venivano rinchiuse dentro dal padrone e morivano in un'incendio".

Vedrai Che Guevara. Vedrai come si moriva di lavoro nelle miniere. Da quasi 40 anni i muri di Orgosolo raccontano la storia della Sardegna, dell'Italia e del mondo intero. Dovrete imbrattarvi gli occhi più che potete consapevoli di avere la fortuna di osservare dei muri chiacchieranti, i tuoi occhi non riposeranno finchè non avrete lasciato questo luogo sperduto nella barbagia intriso di ricordi, gente che ama la propria terra pronta a difenderla, col cuore e con la mente, con una disarmante intraprendenza verso istituzioni e cose più grandi di loro ma senza mai arrendersi con coraggio e dignità.


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