mercoledì 4 novembre 2009

Nostra Signora di Bonaria


In una normalissima giornata di primavera, una nave mercantile si preparava a partire dal porto di Mahon, nell'isola di Minorca, in Spagna. Era diretta a Napoli. Era il 19 marzo e suo viaggio era adombrato solamente dalla possibilità di un'incontro con i temibili pirati barbareschi.

Arrivati in vista dalla costa orientale sarda, il cielo però, cominciò ad annuvolarsi, si avvicinava una tempesta : il mare cominciò ad agitarsi, aprendosi improvvisamente. Bisognava liberarsi dal carico o sarebbero andati a picco. Le preziose merci stipate nella stiva, vennero gettate in bocca alla tempesta che non sembrava dare tregua. La nave rischiava seriamente di affondare. In poco tempo tutte le casse vennero gettate in mare.

Mentre gli oggetti affondavano, sospinti negli abissi dal proprio peso, una cassa, galleggiando, si mosse quasi fosse spinta da una misteriosa corrente verso il golfo degli Angeli, in fondo al quale troneggiava la bellissima Caller. In quel momento la tempesta cessò con la stessa rapidità col quale era cominciata.

Fu allora che il capitano si inginocchiò, imitato dai suoi marinai segnandosi con il crocifisso. In coro innalzarono preghiere verso la Vergine Maria. Intanto la cassa proseguiva la sua misteriosa rotta e giunse a Caller la mattina del 25 marzo del 1370, nella spiaggietta di Bonaria (che oggi non esiste più poichè al suo posto è stato realizzando un porticciolo turistico).


Sopra una dolce colline adiacente, c'era un convento, regalato all'ordine dei padri Mercedari, fratti della Madonna della Mercede, dall'Infante Aragone, al tempo dell'assedio di Cagliari. Così avvenne che la mattina del 25 marzo, come risulta dal processo canonico istituito a Cagliari nel 1592, per iniziativa degli stessi padri Mercedari e del vescovo di Cagliari, una grande cassa miracolosamente illesa, si avvicinava alla riva navigando veloce, quasi avesse una vela invisibile che la guidava.

Gli sguardi silenziosi degli uomini la seguirono fino a quando si fermò a contatto con la sabbia. Qualcuno trovò una roncola e ci battè sopra, ma la cassa non si apriva e neppure veniva scalfita da quei colpi. Delle persone un'pò spaventate corsero a chiamare i padri Mercedari, che arrivarono subito senza capire cosa fosse successo. Quando arrivarono, i poveri si fecero da parte per far passare il superiore, il quale si fece consegnare la roncola e facilmente aprì la cassa. Con sua grande meraviglia potè vedere che dentro, sdraiata, c'era una meravigliosa statua di gesso di Maria, madre del Cristo.

Si fece il segno della croce inginocchiandosi : era un dono del cielo, anzi del mare. Il simulacro trovato nella spiaggia di Bonaria fu trasportato nella chiesa del convento e messa in una cappella minore, nell'attesa di capire il senso di questo segno nel cielo. La mattina dopo quando i padri si recarono a fare le lodi, si accorsero che la statua della Madonna di Bonaria era stata messa su un piedistallo accanto all'altare maggiore, mentre la statua di Nostra Signora della Mercede, che stava lì era stata spostata nella nicchia dell'altare minore.

La Madonna di Bonaria fu risistemata nell'altare minore e Nostra Signora della Mercede al suo posto. L'indomani mattina la Madonna di Bonaria era nuovamente al fianco dell'altare maggiore. Era quella la spiegazione del sogno. In poco tempo la Madonna di Bonaria diventò la patrona dei Cagliaritani e dei marinai di tutto il mondo, i quali se navigavano nelle acque del mar di Sardegna o dovevano intraprendere un pericoloso viaggio passavano a salutare la Vergine di Bonaria, chiedendole la grazia di un viaggio fortunato.


Quando Pedro Mendoza, nel 1537, scese dalla sua imbarcazione sul Rio della Plata dopo un lungo e tormentato viaggio nell'Atlantico, si ricordò della Vergine di Bonaria che gli aveva protetti più volte, e poichè era devoto a quella Madonna, festeggiata anche a Valencia, decise di dedicare a lei la città che doveva fondare. In questo modo nacque Buenos Aires dal nome della Madonna di Cagliari.

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