venerdì 30 marzo 2012

Da ammirare col fiato sospeso...........Santa Caterina, XVI secolo

Monumenti

 
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Sassari, Santa Caterina, XVI secoloSassari, Santa Caterina, XVI secolo
La Sardegna ha una straordinaria concentrazione di monumenti archeologici e storico-artistici, distribuiti in tutto il territorio, in contesti sia rurali sia cittadini.

La tipologia varia a seconda dei periodi storici. Nell'età prenuragica si segnalano casi unici come il grandioso tempio-altare di Monte d'Accoddi; le tombe a circolo e le grotticelle funerarie dette "domus de janas" (letteralmente: case delle fate, della tradizione popolare); i monumenti megalitici come i dolmen e i menhir, che testimoniano forme culturali comuni all'Europa preistorica.

L'ingresso della Sardegna nell'età nuragica segna la comparsa di nuovi tipi edilizi, come protonuraghi, e soprattutto il monumento-simbolo: il nuraghe, talvolta circondato dal villaggio. Ai nuraghi si aggiungono templi, santuari e strutture funerarie come le tombe di giganti.
La frequentazione delle coste sarde da parte dei Fenici, e la colonizzazione punica poi, determineranno la nascita dei centri urbani e conseguentemente nuove tipologie monumentali, come i tofet (cimiteri per la sepoltura dei fanciulli).

La conquista romana introduce anche in Sardegna nuove tipologie di edifici, che rappresentano la tipica espressione del potere di Roma, la cui cultura potrebbe essere legittimamente definita globalizzante "ante litteram". I principali centri dell'isola romanizzata, soprattutto le grandi città costiere di Cagliari, Nora, Sant'Antioco, Tharros e Porto Torres, comprendono terme, acquedotti, ponti, teatri e anfiteatri.

La crisi dell'impero e la cristianizzazione determinano anche in Sardegna l'introduzione di nuove tipologie architettoniche: le prime chiese cristiane, le chiese bizantine a pianta cruciforme cupolata. Dal tessuto storico di cultura bizantina si passa, superata la soglia del Mille, ai nuovi assetti della Sardegna giudicale, con la grandiosa fioritura delle chiese romaniche.
A queste si sostituiranno o si accompagneranno, nei secoli, quelle gotico-italiane, gotico-catalane, manieriste, barocche e tardobarocche, neoclassiche, fino alle architettura del dopoguerra.
In parallelo si assiste alla costruzione di castelli, case e palazzi dell'aristocrazia laica ed ecclesiastica.

Sempre nel campo dell'architettura civile si annoverano strutture militari come le torri costiere, finalizzate alla difesa dell'isola dalle incursioni barbaresche.
L'età compresa fra l'Unità d'Italia e la ricostruzione dopo il secondo conflitto mondiale è caratterizzata dall'allineamento sempre più marcato dell'architettura isolana alle tendenze internazionali, con risultati che vanno dagli edifici storicismi del primo Novecento a quelli razionalisti del regime fascista, alle realizzazioni di alcuni dei più significativi architetti contemporanei.

Dal lontano passato.....il silenzio, il mare, la storia..........

Cabras, Area archeologica di Tharros

Strutture murarie di età romana
Strutture murarie di età romana
Posti sul promontorio di Capo San Marco i resti della città punico-romana di Tharros si trovano immersi in un ambiente rimasto ancora molto suggestivo.
Quello che è visibile della città si riferisce principalmente alla sua fase romana imperiale, ma rimangono anche monumenti della precedente epoca punica, di rilevantissimo interesse.
Tra questi spicca il sistema delle fortificazioni settentrionali, composte da due alti paramenti murari in grandi pietre lavorate, che compongono un ampio fossato, accessibile dal lato dell'abitato mediante postierle, una delle quali, scavata, in ottimo stato di conservazione dalla base sino alla copertura a lastre poste a doppio spiovente.
L'aspetto principalmente caratterizzante la città è dato, sul colle meridionale, dalle lunghe strade che portano in discesa sino al centro vero e proprio, distinguendo isolati, ancora solo parzialmente scavati, ma in cui si percepiscono edifici monumentali, come le grandi terme poste proprio al limite con la zona pianeggiante.
In questa spicca il "tempio delle semicolonne", di età punica. Ricavato nella roccia naturale, è costituito da un alto podio gradonato, il cui perimetro, perfettamente lisciato, è ornato da semicolonne scolpite a basso rilievo.
Il settore urbano adiacente al mare in questa zona è interessato da edifici pubblici, come le Terme di Convento Vecchio, in buono stato di conservazione, che conservano gli ambienti originari, con le vasche per l'immersione. Le strade, lastricate con basalto nero, al cui centro scorrono le fognature, distinguono isolati di abitazioni di cui rimane ben conservato l'elevato. Salendo il pendio del colle che porta alla torre spagnola di San Giovanni si incontra una piccola struttura templare di epoca tardo punica, il "tempio delle iscrizioni", ancora relativamente in ottimo stato. 

Un piccolo varco nello spazio-tempo

Accesso - Dall'abitato di Lunamatrona si seguono le indicazioni per la Tomba dei Giganti e per il Museo Naturalistico. Dopo meno di un chilometro, prima di arrivare al Museo, si trova un incrocio dove si svolta a sinistra per Villanovaforru. Subito dopo troviamo la tomba sulla sinistra della strada.
Tomba dei Giganti Cuaddu de Nixias
La stele e parte dell'esedra
Descrizione - La Tomba dei Giganti Su Quaddu de Nixias, prende il nome dalla zona in cui si trova, cioè Nixias, e dall'insolito foro posizionato sulla destra della grande stele, che forse veniva utilizzato in tempi storici per legare i cavalli. Con ogni probabilità in origine la tomba era a cista litica (cassa rettangolare formata da quattro lastre di pietra ai lati), visti alcuni reperti (vasi dipinti di rosso scanalati), recuperati durante lo scavo, attribuibili alla Cultura di Monte Claro (2500 a.C.). La tomba a cista, che si può ancora vedere sul fondo del corridoio, era di forma quadrangolare con lati di circa un metro, formata da lastre di marna infisse nel terreno, ed aveva una profondità di circa 60 cm.
Tomba dei Giganti Cuaddu de Nixias
La stele
Tomba dei Giganti Cuaddu de Nixias
la tomba vista dal retro con in primo piano
il corridoio funebre
La Tomba dei Giganti invece è attribuibile al primo periodo nuragico (1600 a.C. circa, età del Medio Bronzo), i reperti di questo periodo che sono stati rinvenuti sono alcune grosse pentole decorate con triangoli e scacchi eseguiti con puntini impressi a crudo. Questa era sicuramente la tomba collettiva degli abitanti di uno dei due protonuraghi di Trobas o di Pitzu Cummu, che si trovano nelle vicinanze. Il corridoio che parte dalla tomba a cista, in origine coperto da da lastre orizzontali di cui oggi non c'è più traccia, è lungo m.10,30, ed è anch'esso composto da lastre di marna infisse nel terreno. La stele, purtroppo mancante di quasi tutta la parte sinistra e della sommità, ha oggi un'altezza residua di 2,90 m. e una larghezza di 2,70 m.; anch'essa è realizzata con pietra di marna locale, che data la sua estrema friabilità è soggetta a deterioramento, ma anche ad essere scolpita con facilità, infatti la stele presenta la fascia centrale e quelle perimetrali in rilievo. La parte inferiore è divisa in tre riquadri con al centro il portello, ed è la meno danneggiata perchè coperta di terra sino ai recenti scavi. L'esedra aveva un' arco di m. 13,90 ed era formata da lastre verticali infisse nel terreno.

Tra bellezza e leggenda.....

Le grotte di Sadali

Le grotte Is Janas di Sadali sono un' attrazione naturalistica unica nel suo genere, poich è si sviluppano come un lungo corridoio (280 metri), in cui si susseguono ambienti diversi e particolarmente suggestivi.

Il loro aspetto misterioso e affascinante ha fatto nascere un'interessante leggenda.

Si dice che fossero abitate da tre fate-streghe, punite per aver aggredito e ucciso un frate: il religioso le aveva infatti rimproverate per non aver rispettato i precetti della Quaresima e per punzione esse vennero pietrificate e sono ancora visibili in una delle sale interne.

Sorgono su un territorio calcareo di origine giurassica, che in seguito a fenomeni erosivi è stato modellato con gole, doline e numerose cavità.

L'ingresso rettangolare è immerso in un rigoglioso bosco di lecci e immette nella cosidetta "Sala Vestibolo": è un ambiente in discesa che mostra colate parietali e grosse stalattiti ricoperte da una patina di colore verde. Il secondo ambiente è "S'omu de Is Janas", che offre uno spettacolo incredibile di stalattiti pendenti dal soffitto e colonne, che secondo la leggenda rappresenterebbero le tre fate pietrificate. Proseguendo lungo il percorso si arriva a "Su Mulinu", caratterizzato dalla presenza di un' imponente stalagmite di 50 metri, che ricorda la forma di una Madonna con Bambino. "Su Longu" è invece il corridoio successivo, dove alcune colonnine si specchiano su un laghetto; da qui ci si abbassa all'altezza del "Ponte", un' originale lama rocciosa di grande bellezza, per arrivare all' ultimo ambiente chiamato "Sala del Guano": è popolato da una colonia di pipistrelli e forma un habitat ideale per gli animali che vivono nella grotta, tra cui coleotteri, anfibi e farfalle notturne.

L'ingresso è a pagamento con visita guidata.

Si arriva da Cagliari percorrendo la SS131, si svolta per Laconi e Villanovatulo e ci si immette poi sulla SP 198 per Sadali; da qui si seguono le indicazioni per le grotte........