sabato 30 gennaio 2010

Castello di San Michele 1327 ca- Giudicato di Cagliari, Cagliari

                                                     Il castello venne eretto sul colle di San Michele dove,secondo la                                     tradizione,sorgeva un convento di certosini. In realtà la notizia non è documentata ed è probabile che in origine fossero monaci bizantini a stabilirsi sul luogo, come potrebbe indicare il nome dato al colle e a  una chiesetta, dedicati all'arcangelo Michele. La chiesetta (prima metà            del XII secolo) venne integrata nel castello; rimane la facciata divisa in due da una lesena che separa          due portali con architrave in granito, sormontato da arco a tutto sesto. Nella lunetta del portale destro si apre un oculo. L'interno doveva essere in due navate divise da colonne. Nel 1325 l'infante d'Aragona Alfonso III il Benigno, che aveva iniziato nel 1323 la conquista della Sardegna, assegnava il colle al nobile Berengario Carros. Secondo le indicazioni dell'infante, l'area del castello doveva occupare anche lo spazio della chiesa e delle casupole che stavano intorno. Berengario Carros spogliò numerosi marmi e decorazioni della chiesa di San Saturnino per ornare i suoi palazzi e forse anche il castello. La cinta è approssimativamente quadrata con basamento fortemente inclinato in conci in bugnato. Per prima venne eretta la torre nord-est, simile nella struttura muraria alle torri pisane di Cagliari, i conci sono in calcare regolarmente tagliati. La torre sud-est con muratura in pietrame irregolare, rivestito a tratti in conci. Ambedue hanno feritoie aperte all'esterno, in difesa della porta d'ingresso, situata nella cortina che unisce le torri e sopra la quale sono due stemmi: uno dei Carros, l'altro emblema medievale della città di Cagliari, un castello a tre torri: dell'Elefante,dell'Aquila e di San Pancrazio. Successivamente fu costruita la torre rettangolare di sud-ovest, più alta rispetto alle altre e in pietrame misto, venne eretta dagli Aragonesi. L'accesso al castello aveva un sistema di tre chiusure: il ponte levatoio sul fossato scavato attorno all'antemurale, porta a due battenti a saracinesca. Nel cortile interno una scala portava ai piani superiori dove erano situate le camere dei nobili proprietari, che nel corso del 1400 furono dotate di ampie finestre; nel piano terra c'era una grande sala, le cucine, la stalla a ambienti di servizio.  una carta geografica del cagliaritano, disegnata nel 1577 dall'architetto Giorgio Paleario Fratino, il castello è raffigurato con una quarta torre e senza fossato. Nel 1652, durante l'epidemia di peste venne utilizzato come lazzaretto e subì diverse modifiche.  Gli spagnoli abbandonarono la Sardegna, che passò nel 1720 all'Austria e poi al Piemonte, al castello si portarono riparazioni, ma sostanzialmente cominciò a decadere fino a diventare un rudere. Nel 1820 divenne una caserma per soldati invalidi. Nel 1895 passò di proprietà al marchese Roberto di San Tommaso che lo fece restaurare da Dionigi Scano. Venne poi dichiarato monumento nazionale a partire dal 1988 ristrutturato. 

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