domenica 10 gennaio 2010

Chiesa e monastero nella storia e nell'arte : Santa Chiara

Il monastero di Santa Chiara in Oristano secondo alcuni storici è il piu antico monastero di Clarisse sorto in Sardegna e risalirebbe a circa dieci anni dopo la morte di Santa Chiara. Cio non è certo in quanto non ci sono documenti. Sicura è e invece la data di ''rifondazione'' : 22 settembre 1343,come si rileva dalla lettera apostolica inviata al papa Clemente VI e al giudice Pietro III.

Il monastero gia nel 1345, era abitato da 13 suore provenienti in parte da Pisa. I nomi delle suore compaiono in lettere papali del 1371 e del 1373, ma anche in atto pubblico del giudice Mariano IV del 1368.

Il giudcice Pietro III, che donò vita a questo monastero, mori nel 1347, e sua moglie donna Costanza, figlia di Filippo Aleramici, marchese di Saluzzo, si ritirò in monastero trascorrendo qui gli ultimi mesi della sua vita.


Una lapide ritrovata nel secolo scorso, scritta in caratteri gotici ci ha lasciato la data della sua morte, 18 Febbraio 1348 : ''hic iacet egregia domina Constancia de Saluciis olim Iudicissa arboree quae obiit die CVIII mensis februarii anno domini milleccc quadragesimo octavo''.
Di donna Costanza di Saluzzo resta pure il testamento col quale donò al monastero di Santa Chiara la villa di Molins de Rey, in Catalogna.

Probabilmente i quattro peducci pensili dell'abside della chiesa di Santa Chiara raffigurano i 4 munifici giudici fondatori del monastero : vi è probabilmente raffigurato Mariano II al quale si deve anche la costruzione delle mura della città e della torre di San Cristoforo ( o di Mariano ) e che regnò nel periodo al quale si attribuisce la prima fondazione del monastero. Mariano IV completò l'opera di rifondazione del monastero.


Quest ultimo pare raffigurato nei resti di un affresco nell atto di affidare il figlio Ugone a Santa Chiara ( della Santa nell affresco si intravedono soltanto un lembo del mantello e della tonaca e un piede col sandalo) . Della chiesa originaria anche se la copertura è stata completamente modificata, resta notizia che il tetto in capriate era tutto decorato : alcune tavole erano dipinte con scene campestri, altre con fatti storici, in una si vedeva rappresentata l'incoronazione di un giudice, in un altra un personaggio con cappuccio facente elemosina.

Sono rimaste alcune mensole con figure zoomorfe vivacemente colorate ed alcune travi anch esse dipinte con diversi stemmi dei giudici di Arborea. Preziosi cimeli del monastero sono 3 sigilli pervenuti sino a noi : il più antico, risale al secolo XIV, è di forma ogivale e raffigura Santa Chiara in abito francescano con saio, velo-soggolo, il cordone al fianco sinistro, con la destra regge una lunga palma e con la sinistra il libro della Regola. Sotto l'edicola lo stemma,con a destra l'albero diradicato di Arborea e a sinistra i pali di Aragona, nella fascetta è scritto : ''Sigillum Abatissa Minorissar Aritagni'', nel retro la costola centrale ha un foro per infilarvi un cordone (consentiva alla badessa di potarlo appesa al collo, simbolo dell'autorità e del comando nel monastero ) .


Il secondo sigillo, di forma ovale, contiene al centro Santa Chiara, sotto lo stemma giudicale e nella fascetta estrema la scritta '' Sigillum Abatissa Minoris Aristagni''. Il terzo sigillo, non meno prezioso, detto dalle suore ''del giudice Mariano'', è in argento, a forma di scudo, con sopra la corona regale, la scritta : "Sigillum S Clarae Arboren'' incornicia lo stemma giudicale con l'albero diradicato a destra e i pali d'Aragona a sinistra, stemma quetso riprodotto nelle travi di copertura della chiesa.

Preziosi cimeli sono anche l'antica campana del coro, una cassetta trecentesca con 5 serrature, destinata a contenere i documenti piu importanti del monastero. La chiesa, che già aveva subito demolizioni per                l'ampliamento del coro superiore nel 1850-53, ebbe un altro colpo nel 1923 quando la pianta, in origine ad aula rettangolare, venne fiancheggiata da cappelle e, la copertura lignea ,come detto ricca di ornamenti e colori, venne sostituita con la copertura falso-gotica.


Demolito l'antico altare ligneo nel 1928, il 21 Aprile 1929 viene consacrato un nuovo altare in marmo. Nel 1958 i resti delle figlie di Santa Chiara, che dentro il monastero in santita vissero e morirono dal 1343 al 1863, pietosamente raccolti durante la pavimentazione del chiostro, vengono tumulati accanto alla cappella interna (coretto) ed una lapide ne ricorda l'evento. L'ultimo restauro nel 1984 ha riportato alla luce all interno del nostro monastero una bellissima bifora, murata in precedenti interventi, ha anche salvato e recuperato vari ambienti  che pur presentando una povera e austera nudità rilevano le eleganti forme del passato.

Recenti scavi effettuati, oltre a restituire resti di ceramiche di vari periodi, hanno permesso il rinvenimento di alcune monete a partire dal periodo nuragico-punico, e di tracce di fondazioni e muri. All interno del monastero si è recuperata la ruota del 300. La ''Ruota'' è il diaframma che separa la clausura     dall'esterno, dietro la quale una suora, la rotara, riceve ogni giorno la carità dei beneffatori, richieste di preghiera, offerte per Sante Messe, le loro confidenze, e richieste di consigli che ricambia con la carità dell ascolto, il dono di un immagine, il ricordo nella preghiera.

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