martedì 6 novembre 2012


Cabras

Affacciata sulla riva orientale dello Stagno di Mar'e Pontis o di Cabras, sulla costa centro occidentale della Sardegna, con un patrimonio naturalistico ed archeologico di eccezionale valore posto all'interno di una delle aree umide più importanti d'Europa, Cabras, con circa 9000 abitanti, è il principale centro della Penisola del Sinis, ed uno dei più importanti della provincia di Oristano.

Cabras
Situato in un territorio in cui i primi insediamenti umani risalgono alla preistoria, il paese di Cabrasnasce in epoca romana prevalentemente come stazione di posta (Mansio de Capras) all'incrocio delle strade che congiungono i centri di Tharros, Othoca e Cornus, pressappoco nell'area in cui al giorno d'oggi sorge la chiesa dello Spirito Santo.
Ad avvalorare questa ipotesi si può ricordare il ritrovamento a Cabras, nel corso di alcuni lavori che interessarono la chiesa dello Spirito Santo ai primi del '900, di un cippo – in seguito trafugato – sul quale era riportata l'iscrizione in latino volgare “HINC EST MASONE DE CAPRAS”.
Durante il periodo bizantino l'abitato di Cabras si sviluppa attorno ad una imponente fortezza costruita sulle rive dello stagno, che poi verra' trasformata in castello dai Giudici di Arborea, e del quale si vedono ancora oggi alcuni muri che emergono dalle acque dietro la chiesa di Santa Maria.
Del paese attuale, menzionato nei documenti anche come “Villa de Capras”, troviamo le prime testimonianze scritte poco dopo l'anno 1000, quando, in seguito all'abbandono dell'antica capitale Tharros – divenuta ormai insicura a causa delle frequenti incursioni dei pirati saraceni – ed al trasferimento della corte giudicale nella nella nuova città di Oristano, Cabras crebbe e venne a svolgere il ruolo di capitale estiva del Giudicato d'Arborea. Il pescosissimo Stagno doveva costituire anche allora una notevole fonte di ricchezza, se il Re – Giudice Torbeno, nel 1102, tra le rendite delle “ville” del Regno accordò alla madre Nibata proprio quelle della Villa de Capras.
Per tutto il medioevo il castello di Cabras fu la residenza estiva dei Giudici di Arborea, e importanti documenti furono da essi sottoscritti nella cittadina lagunare, dove ricevevano gli ambasciatori, i notai e anche le alte personalità genovesi nel periodo di alleanza con la repubblica ligure. Per tutto il medioevo Cabras segue, così, le sorti del regno di Arborea, e, secondo la tradizione, pare che proprio nel castello di Cabras sia stata firmata la Carta de Logu del Regno di Arborea.
Legata in tale maniera alla corona d'Arborea, Cabras non potè non condividerne le sorti e si ritrovò coinvolta nel contrasto tra il Giudicato di Arborea, che tentava di unificare la Sardegna sotto un unica corona, ed il cosiddetto Regno di Sardegna e di Corsica (1297- 1323), costuito dai Catalano-Aragonesi per volere del Papa Bonifacio VIII. Masone de Capras era presente anche alla Corona de Logu che stabilì la breve pace tra Eleonora d'Arborea e Giovanni I d'Aragona.
Invaso il Giudicato nel 1409, gli Aragonesi lo ridussero in Marchesato, e Cabras, con tutto il Campidano Maggiore fu infeudata al Marchese Leonardo Cubello.
Abolito nel 1479 il marchesato, Cabras godette, durante i secoli successivi, di una relativa prosperità, interrotta saltuariamente dalle incursioni dei pirati sulle coste del Sinis, a causa delle quali la cittadina fu esentata per un lungo periodo dal pagamento dei tributi al Regno Sardo-Spagnolo. A tale periodo vengono fatte risalire le origini della particolare “processione” di San Salvatore, che ricorda la messa in salvo del simulacro di Cristo Salvatore nel corso di una incursione saracena.
Nel 1637 furono i Francesi a causare disordini, allorchè il Conte di Harcourt, dopo aver fatto una puntata, suCabras attaccò Oristano. Dopo tre giorni di permanenza nella città, l'esercito francese ripiegò verso il mare seguendo il fiume Tirso, dove fu sbaragliato in un imboscata da una milizia popolare composta in maggioranza da cabraresi. Nella Cattedrale di Oristano sono custoditi gli stendardi abbandonati dai Francesi durante la fuga, mentre alcune famiglie di Cabras conservano ancora oggi come trofei spade e armi strappate agli invasori. Nel XVIII secolo Cabras seguì le sorti del resto dell'Isola e nel 1720 ebbe inizio la dominazione sabauda. Ultima città d'Italia ad essere infeudata, la cittadina lagunare si riscattò dal marchesato della famiglia Arcais-Grixoni solo nel 1836-39, allorchè Carlo Alberto di Savoia abolì il regime feudale instaurato in Sardegna nel periodo aragonese, che Cabras era per secoli riuscita ad evitare tramite il pagamento di un periodico riscatto alle casse del Regno.
Centro agricolo di grande importanza, Cabras deve la sua ricchezza anche alla pescosità del mare e soprattutto degli stagni che la circondano e ne caratterizzano il territorio e la vita, e che ne hanno plasmato nei secoli la storia e le tradizioni.
Al giorno d'oggi, malauguratamente demoliti nei primi anni del '900 il castello giudicale e la casa madre della famiglia Arcais – al cui posto è stata edificata la scuola elementare di via Cesare Battisti – e molto alterato il centro storico del paese, rimangono da visitare la chiesa di Santa Maria Assunta, costruita sui resti del castello, col suo pregevole altare in stile tardobarocco, la chiesetta dello Spirito Santo di origine medioevale, il monumento ai caduti attributo a Francesco Ciusa nella piazza Azuni, le antiche croci viarie di Sa Ruga de Su Pilloni (via De Castro) e di Sa Ruga de Is Paras (via Puccini), il museo civico e alcune caratteristiche case padronali in stile campidanese sopravissute fino a noi. Di particolare interesse sono anche i bei portali di Don Peppi e Donna Annetta, fra i più importanti esempi di architettura rurale in tutta la provincia. Tra i due, entrambi costruiti inarenaria del Sinis, il più monumentale è sicuramente quello di Donna Annetta, la cui apertura ad arco è affiancata da colonnine che poggiano due plinti sobriamente decorati con motivi tradizionali sardi, oggi parzialmente abrasi.
Poco distante dalla chiesa di Santa Maria si apre, infine, la vasta la Piazza Stagno, che costituisce la tradizionale “piazza della festa” della cittadina di Cabras. L'ampio piazzale, aperto sullo stagno e sulle lagune circostanti, è dominato da due caratteristici depositi per l'acqua costruiti nel primo novecento, mentre è stato demolito alcuni decenni fa un bel lavatoio pubblico utilizzato fino agli anni '50. L'ampio piazzale merita una visita anche per il suggestivo panorama dello stagno di Mar'e Pontis e dell'intero Sinis.

COME RAGGIUNGERLO

Dalla S.S.131 prendere il bivio per Tramatza e seguire i cartelli per Tharros.
CONSORZIO TURISTICO
"SARDEGNA COSTA DEL SINIS"
SOCIETA' COOPERATIVA
VIA THARROS SNC - 09072 CABRAS (OR)
P.IVA/C.F. 01158370955

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